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Mobbing sul lavoro, ecco come è diventato reato

Una sentenza della Cassazione di fine 2015 sdogana una volta per tutte il mobbing sul lavoro come reato punibile. Tutti i casi in cui è previsto e come si deve comportare il lavoratore che denuncia.

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Mobbing reato sul lavoro oggi è reato

Il mobbing sul lavoro è quanto di più pesante un lavoratore possa sopportare, ma fino all’autunno del 2015 era difficile che fosse riconosciuta una vera tutela, al pari di quello che può essere invece per lo stalking. Mobbing reato: è finalmente arrivata una sentenza della Cassazione che ha stabilito in maniera chiara come il datore di lavoro possa essere punito quando metta in atto condotte che prefigurano maltrattamenti anche psicologici oltre che reati come l’abuso d’ufficio nei confronti di un singolo lavoratore.

In specifico la sentenza della Cassazione riguardava il caso di un chirurgo di un ospedale varesino che era anche dirigente medico e aveva denunciato il suo superiore lamentando un demansionamento che aveva anche umiliato la sua professionalità. Mobbing sul posto di lavoro sono paragonabili ai maltrattamenti in famiglia, visto che in molti casi si tratta di ambienti simili anche se non sussistono i legami di parentela, ma è ipotizzabile anche nei rapporti tra professionisti con alta specializzazione. Con la sua sentenza, la Cassazione ha chiarito una volta per tutte come l’articolo 97 della Costituzione (quello che riguarda i pubblici uffici) sia il parametro di riferimento del reato di abuso d’ufficio perché il funzionario pubblico deve regolare il suo comportamento in base ad un principio universale e costituzionale di imparzialità, quindi mobbing reato.

Quindi il reato di abuso di ufficio, previsto dall’articolo 323 del Codice Penale, è evidente in tutti i casi nei quali l’organo che presiede una pubblica amministrazione eserciti comportamenti vessativi nei confronti del lavoratore oppure compia atti che portino alla sua emarginazione dal contesto lavorativo, oppure ancora alla privazione o alla sottrazioni di mansioni, mettendolo in cattiva luce con giudizi personali pesanti e non suffragati da fatti concreti. Inoltre l’articolo 97 della Costituzione impone al pubblico ufficiale o al responsabile di un pubblico servizio il divieto di preferenze ingiustificate o favoritismi.

Mobbing reato: quando si verifica

Perché il mobbing venga riconosciuto come reato però è necessario che tra i due soggetti sussista una condizione di supremazia da una parte e di soggezione psicologica dall’altra, oppure di supremazia e subalternità. Quindi il lavoratore che lamenta mobbing sul lavoro dovrà dimostrare come il denunciato si trovi in una posizione di supremazia che gli permetta di esercitare un potere direttivo o disciplinare tale da arrivare anche sino al licenziamento e che quindi psicologicamente mette una forte pressione sul lavoratore.

Quindi per essere accolta, la denuncia non dovrà presentare solo episodi sporadici configurabili come mobbing sul lavoro, ma comportamenti che siano continuamente e sistematicamente vessatori nei confronti del lavoratore, tali da configurarsi come maltrattamenti, oltre alla violazione di norme e all’intento lesivo che si configura nel reato di abuso. E il lavoratore mobbizzato potrà presentare denuncia sia in sede penale che di fronte al giudice del lavoro.

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