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Il diritto al lavoro: una ferita aperta

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Il diritto al lavoro

I dati Istat, i dati dell’Inps, i dati del Ministero del Lavoro, tutti i numeri relativi alla disoccupazione nella migliore delle ipotesi indicano un aumento degli occupati che non raggiunge il cosiddetto zero virgola.

La realtà è che l’inizio di questa ripresa economica non solo tarda ad arrivare ma anzi per la gente che vive del proprio lavoro (quindi non di rendite, non di investimenti e speculazioni finanziarie, non di affitti di immobili) sente che la situazione sta totalmente precipitando e un nuovo scenario nazionale è disegnato: i giovani non trovano lavoro, specie al sud (tasso del 47% di disoccupazione), gli anziani pensionati fungono da alternativa al welfare (ovvero si impoveriscono dando soldi ai più giovani, figli e nipoti) e se in pochi versano le tasse del lavoro diventa complicato anche pagare le pensioni. Insomma un sistema che si regge poco.

La problematica poi non è soltanto di carattere economico, perché c’è da considerare quanto la dimensione professionale sia anche dimensione identitaria, quindi come un giovane si percepisce dipende strettamente da quello che fa (e non soltanto un giovane, ma a maggio ragione questa fascia d’età sta costruendo anche la propria identità), quindi in un clima di incertezza di sistema si aggiunge una certa insicurezza personale, un senso di sconforto e rassegnazione, una mancanza di stimoli, tutti elementi deleteri per l’avvio di dinamiche sociale che dovrebbero definirsi di stampo moderno.

Il sud è messo molto male, e la Puglia non fa eccezione, anche la provincia di Foggia ha un tasso molto alto di disoccupazione, giovanile e non, il tasso di neet (giovani che non studiano e non lavorano) aumenta esponenzialmente, e un territorio potenzialmente così ricco di natura, enogastronomia, turismo, arte e storia rischia di spegnersi lentamente.

Rilanciare la produttività, abbassare le tasse sul lavoro, coinvolgere i più giovani in percorsi di formazione che trovino risposta nel mercato del lavoro, cercare l’innovazione nelle aziende, valorizzare il sud Italia attraverso investimenti e visione strategica: queste sono alcune delle soluzioni al problema, ma passare dalla teoria alla pratica non è cosa semplice, e intanto una generazione intera risente di un clima poco motivante.